La decisione, confermata dal Tribunale penale federale, è stata presa a causa dei forti rischi di collusione
BELLINZONA - Resta in detenzione preventiva fino al 15 agosto un presunto jihadista arrestato lo scorso febbraio: considerato una figura-chiave nei circoli islamisti di Winterthur, è accusato dal Ministero pubblico della Confederazione (MPC) di essere stato un combattente dell'Isis.
Il Tribunale penale federale (TPF) ha confermato il mantenimento in detenzione a causa del rischio di collusione e dei forti sospetti nei suoi confronti.
L'uomo, un trentenne nato da padre italiano e madre originaria della ex Jugoslavia, si è convertito all'islam diversi anni fa. Il MPC gli rimprovera non solo di essersi unito allo Stato islamico (Isis) ma di aver anche istigato giovani a farlo.
L'accusato riconosce di essersi recato ad Aleppo e di aver soggiornato in un campo vicino a zone di combattimento. Ammette di essere stato pesantemente armato e di aver assunto un servizio di guardia in questo campo islamista.
Il trentenne riconosce continui contatti con estremisti, ma nega di aver partecipati a combattimenti, sottolinea la sentenza del TPF. L'imputato afferma di essersi recato in Siria con lo scopo di aiutare a distribuire beni di prima necessità.
Il MPC rifiuta questa tesi: gli inquirenti sono in possesso di numerose foto nelle quali l'accusato posa in tenuta da combattente. Il trentenne è sospettato di i sostegno a un'organizzazione criminale e di aver violato la legge federale che vieta i gruppi Al Qaida e Stato islamico.
Dal suo arresto altri procedimenti penali sono stati avviati contro coimputati. L'uomo è anche oggetto di un procedimento per truffa e altre infrazioni che è stato aperto nel cantone di Zurigo.
Appassionato di sport da combattimento, il trentenne è considerato una figura influente negli ambienti islamisti di Winterthur e sospettato di aver avuto un ruolo nella radicalizzazione di diversi giovani musulmani, tra i quali alcuni sono anche partiti per la Siria.