Una baby-mamma separata dal fidanzato punta il dito contro l'Arp
LUGANO/MAGGIA - S.M. gioca con Marco* sul prato del parco Tassino, a Lugano. Lo insegue, lo abbraccia, lo lancia in aria. È una scena rara. L'anno scorso sono state 17 in tutto le 16enni che hanno dato alla luce un figlio in Svizzera: S.M. è una di loro. L'unica ticinese. «Non sono diventata madre a cuor leggero. Mi sono chiesta se sarei stata in grado – racconta la baby-mamma – Alla fine, ho deciso di assumermi questa responsabilità». Non immaginava, però, cosa sarebbe accaduto dopo.
L'appello - Da otto mesi ormai la minorenne vive in una struttura protetta nel Luganese, assieme al figlio. Secondo l'Arp di Maggia (comune d'origine della ragazza) si è trattato di una misura «necessaria»: così si legge nella decisione con cui, a novembre scorso, l'autorità ha ordinato il trasferimento di S.M. nella struttura. All'operazione ha preso parte anche la polizia. «È stato terribile. Mi è stato detto che se non accettavo, mi avrebbero separata dal bambino» racconta la minorenne, che nelle scorse settimane ha lanciato un appello su Facebook. Al suo compagno, un 30enne del canton Turgovia, è stato consentito di vedere il bambino (di cui ha riconosciuto la paternità) per un massimo di tre ore al mese, sotto sorveglianza. «Da allora viviamo in una situazione assurda, è un'ingiustizia – protesta S.M. – Perché non possiamo stare insieme come una famiglia normale?».
«Dormono su un materasso per terra» - Il perché, secondo le carte, sarebbe lo «stile di vita precario» della giovane coppia. «Dormono su un materasso per terra» avrebbe raccontato la madre di S.M. in una segnalazione all'Arp. Sempre la madre ha riferito di aver visto il 30enne «fumare della cannabis in faccia al neonato mentre lo teneva in braccio». Fatto che S.M. nega categoricamente. «C'è un accanimento contro di noi. Si tratta di accuse infondate. Il mio compagno fa raro uso di cannabis – ammette – ma mai vicino al bambino». Quanto allo stile di vita «non facciamo niente di male» spiega la minorenne, che a settembre compierà 18 anni. «Abbiamo preso in gestione un'alpe. Vorremmo vivere a contatto con la natura, non vedo l'ora di tornarci. Qualcuno mi spiega cosa c'è di "precario" o di pericoloso per un bambino, in questo?».
* nomi noti alla redazione